Lettera da Giuseppe Diotti a Giuseppe Bossi

Mittente:

Giuseppe Diotti

Destinatario:

Giuseppe Bossi

Data:

13 Marzo 1805

Da Giuseppe Diotti a Giuseppe Bossi
Roma, 1805 marzo 13

 

Archivio Storico Accademia di Brera, Milano
CARPI E III 4

 

Sig.e Professore mio Pregiatiss.o
Il stimabile di lei riscontro non poteva avermi più favorevole; è poiché lei a la bontà di sentire il metodo di studio che mi sono adottato, volentieri liene faccio la dichiarazione, e mi sarà di somma compiacenza a sentire il pregevole di lei giudizio.
Primieramente li dirò, che avevo fissato di fare un corso di studio annatomico, ma che la staggione innoportuna mi a vietato il farlo, e percciò io sono costretto a suplire presentemente con una statua, esaminandovi soppre’essa le accademie che sto facendo in Campidolio, per meglio conoscere il giro delle ossa, e della musculatura: conosco che dopo d’aver esaminato le bellezze degli autori, e specialmente Michelangelo, Domenichino, Rafaele, Caracci, trovo che in Rafaele si uniscano tutte le bellezze dell’Arte, e per conseguenza lo stò al presente disegnando, per indi a qualche tempo passare all’antico, persuaso che quelle cognizioni che avrò potuto cogliere da questo Divino maestro, mi guideranno più facilmente a conoscerne il preggio, e la belezza delle forme. Mi è poi di buon grado a fare qualche schizzo dalli bassirilievi antichi, come pure da qualche pittura, o stampa, per imparare la distribuzione delle figure, la mossa, e l’abigliamento: procuro altresì di coltivarmi sulla natura medesima, portando a tale agetto un librettino in saccoccia, marcando per quanto mi è possibile certe fisonomie carateristiche, per schivare il difetto della monotonia. In quanto al genere di pratica che mi sembra il più utile, non posso parlarli che del disegno, poiché non mi sono per anche determinato a colorire; Le mie massime sono di disegnare in grande quanto l’originale, a cui ho fatto finnora tutti gli studi soppra Rafaele, e a quantonque qui in Roma si accostuma molto a disegnare in carta bianca, mi sembra però molto necessario il disegnare in carta tinta, non solo per la brevità, ma anche per impossessarsi della maniera di dare certi lumi, in modo che non siino secchi come faccilmente accade. Tali sarebbero le mie idee, le quali saranno molto più felici se lei avrà la bontà di compiacermi il lodevole suo sentimento che colla massima attenzione stò attendendo, nel mentre che ho l’onore di protestarmi.
Roma, di 13 Marzo 1805.
D.o Obb.o S.e Giuseppe Diotti

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