Viale XI Febbraio, 35, 27100 Pavia
I Musei Civici di Pavia – ospitati dalla metà del secolo scorso nel trecentesco Castello Visconteo – traggono origine dal lascito testamentario del marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro (1754-1835), che con il suo Stabilimento Malaspina e la Scuola di Disegno, Nudo e Incisione, analogamente a quanto avevano fatto altri esponenti del patriziato lombardo, diede avvio alla fruizione pubblica con funzione didattica della sua collezione d’arte.
I musei comprendono dunque oggi raccolte eterogenee per tipologia e cronologia, suddivise in diverse sezioni: il Museo Archeologico e la Sezione di Pavia longobarda Capitale di Regno; la Sezione di scultura Romanica e Rinascimentale; la Pinacoteca Malaspina (sec. XIV – XVIII); la Sala del modello ligneo del Duomo; la Pinacoteca del ’600 e ’700; la Sala del Collezionista, quella dedicata alla Battaglia di Pavia del 1525, la Biblioteca Viscontea. Il secondo piano è tutto dedicato alle raccolte ottocentesche: il Museo del Risorgimento con la sala dedicata alla I Guerra Mondiale, la Gipsoteca e la Sezione di Scultura moderna; la Quadreria dell’Ottocento, la sala della Civica Scuola di Pittura, la Collezione Morone. Seguono poi la parte coi Paesaggi pavesi del Novecento e lo Spazio 900/2000.
Frutto del collezionismo ottocentesco e della locale Scuola di Pittura, naturale evoluzione della Scuola voluta dal Malaspina, la Quadreria presenta un percorso cronologico dal Neoclassicismo al Simbolismo, indugiando su maestri di larga fama, quali Francesco Hayez e Giuseppe Molteni, e di speciale interesse per Pavia: da Giacomo Trécourt, primo e a lungo direttore della Scuola di Pittura, al suo amico Piccio, più volte ospite della stessa Scuola, agli allievi Federico Faruffini e Tranquillo Cremona, divenuti poi campioni della pittura realista e scapigliata; da Cherubino Cornienti, geniale ed irrequieto romantico, a Pasquale Massacra, il genius loci della pittura ottocentesca, traduttore delle istanze civili e patriottiche dei democratici pavesi, cui la morte precoce non consentì l’affermazione in ambito nazionale. La sala della Civica Scuola di Pittura illustra l’attività dei maestri che si sono susseguiti alla direzione, Giacomo Trécourt, Pietro Michis, Giorgio Kienerk, e degli allievi, tra cui Tranquillo Cremona e Federico Faruffini. Alle pareti è esposta la galleria dei Premi Frank, assegnati ai migliori allievi che avevano completato il ciclo di studi che si misuravano su temi storici e letterari.
Caratteristica della Collezione Morone – raccolta dai coniugi pavesi Carla e Giulio Morone nella seconda metà del Novecento – è la scelta di iconografie “da salotto”, ritratti e paesaggi, con speciale predilezione per le figure femminili: dalle sensuali e intime modelle di Federico Zandomeneghi (ben 14 tra grandi pastelli e oli), alle fisionomie scapigliate di Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Luigi Conconi, fino alle immagini di sapore simbolista di Plinio Nomellini.
I Musei Civici di Pavia osservano la seguente apertura:
tutti i giorni: 10,00 – 18,00
(Ultimo ingresso 17.30)
I Musei Civici sono chiusi il martedì
il 1 gennaio, il 15 agosto e il 25 e 26 dicembre
Per informazioni e prenotazioni, cliccate qui
MUSEI CIVICI DI PAVIA
Viale XI Febbraio, 35
27100 Pavia
tel: +39 0382 399770
10 € Intero
5 € Ridotto (singole sezioni)
15 € Famiglia (due genitori + figli fino a 18 anni)
1 € Corte del Castello
Biglietto ridotto
gruppi, membri di Associazioni convenzionate con i Musei, personale del MiBACT e dei musei pubblici europei
Biglietto gratuito
possessori di Abbonamento Musei Lombardia Milano, membri dell’ICOM, utenti fino a 18 anni o superiori a 70, guide turistiche e giornalisti, scolaresche, portatori di handicap e loro accompagnatori, studenti universitari o di accademie autorizzati dalla Direzione dei Musei Civici di Pavia per specifici motivi di studio, cittadini stranieri residenti nelle città gemellate con Pavia
*Prezzi e Orari possono subire variazioni in concomitanza con eventi espositivi temporanei.
Le raccolte ottocentesche dei Musei Civici di Pavia. Dal marchese Malaspina alla Civica Scuola di Pittura, tra accademia e museo
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