Lettera da Enrico Scuri a Commissaria Carrara

Mittente:

Enrico Scuri

Destinatario:

Commissaria Carrara

Data:

20 Settembre 1861

Da Enrico Scuri a Commissaria Carrara

20 Settembre 1861

 

Bergamo, Accademia Carrara, busta 61, fascicolo 882

Nobile e Benemerita Commissaria

 

Mi faccio un dovere di rassegnare il mio finale rapporto dell’anno scolastico, chiedendo cortese compatimento, se per speciali circostanze mi trovo costretto a renderlo alquanto più esteso del solito.

Scorgendo i miei allievi assai dispiacenti e mortificati per la rinnovata sospensione dei consueti Concorsi, feci loro l’invito di eseguire egualmente un saggio, (il chè si uniformava in parte all’ordine trasmessomi dalla stessa Nobile Commissaria) lasciando però libera la scielta del soggetto a ciascuno nella propria classe, meno quello del Colorito e del Nudo, per le quali, dietro circostanze economiche, non potevano servire che due soli separati modelli.

Tutti si accinsero volenterosi all’impresa, tranne il bravo coloritore Riva [1] , che, certo, avrebbe emerso più degli altri, ed il Gavazzeni [2] , cui, per sopraggiunta malattia, non poterono continuare i loro dipinti. Non devo però dissimulare la mia soddisfazione, tanto in questa, come nelle altri classi, e più specialmente in quella del Nudo e della Composizione, ove ottenni dei risultati di un merito non comune. Ed ove la Nobile Commissaria, fosse per condividere la mia opinione, sarei pure a pregarla in tale circostanza, di una maggiore attenzione d’incoraggiamento verso i miei allievi, anche a compenso dei mancati concorsi, nonché a quello più importante di tempi cotanto infausti per le Arti Belle, tempi, che, giova sperare, sieno affatto eccezionali.

In ogni modo, poiché tanta gioventù trovasi iniziata, già da anni, nell’arte, che oramai troppo incerto ed intempestivo sarebbe il cangiare carriera, non siale almeno tolto il coraggio, ond’essere degnamente preparata in seguito, a migliori eventualità. E se la nostra Accademia, per ristrettezze di mezzi, non può emulare le altre governative d’Italia, ove vennero invece aumentate incoraggianti e benefiche istituzioni, in vantaggio degli studiosi, si voglia almeno supplire con qualche maggiore tributo di lode, la quale, sebbene talvolta, sia d’inciampo al progresso, quando sovverchia, altrettanto, ove sia impartita a tempo e meritamente, giova a compensare la fatica, più di qualunque vistoso guadagno, ed anima il giovine a ben più ardue imprese, quand’anche ne vegga lontana, la prospettiva di un lucroso avvenire.

Non posso però presentare alla Nobile Commissaria, in quest’anno, alcun quadro di provetto allievo; siccome già dissi più sopra, il Riva ebbe quasi sempre cagionevole salute. Il mio bravo Moro [3], di cui parlerò più avanti, dovette partir militare. Il Galizzi non più libero dallo stesso servizio che da pochi mesi. Il Cornelli si credette forse già abbastanza istrutto per esentarsi dalla scuola, dopo le prime settimane dello scorso inverno, lo chè, ritengo frutto d’altrui stolta influenza. Il Maironi [4] recossi per qualche tempo a studiare nella R.a Accademia di Milano, e non intervenne quasi mai alla nostra, come ben poco la frequentò il Paris per motivi di salute. Anche il Bignami [5] di Cremona, per diminuzione di sussidj pecuniari, non fruiva del beneficio della scuola che negli mesi, in cui però poteva compiere un suo quadretto di composizione già abbozzato nello scorso anno.

Dietro tali spiacevoli emergenze ch’io credetti doveroso di esporre, a giustificazione della mancanza di lavori, io avevo già anticipatamente dichiarato alla Nobile Commissaria, che era privo anche in quest’anno di materiale per una pubblica esposizione. Ma ciò non toglieva per altro, (ad onta dell’opinione contraria esternata da taluno) ch’io non avessi un sufficiente complesso per un’assai lodevole concorso dei soliti premi nei pochi allievi rimasti, e quindi ne presentava a tempo debito il relativo programma. Tuttavia confesso che trovai giusti i motivi che mossero la sullodata Nobile Commissaria, a rinnovare la sospensione, e di buon grado mi vi rassegnai, molto più che lasciavami ancora aperta una via, atta a dimostrare il qualunque siasi progresso che si doveva sperare egualmente.

Ciò premesso, mi faccio debito di passare dapprima a rassegna i lavori, equivalenti in parte ai sospesi concorsi.

Dei N. 6. dipinti, rappresentanti: Un ufficiale di Garibaldi, (che per circostanze imprevvedute si dovette usar poscia di un diverso modello) io ritengo indubbiamente superiore quello del Galizzi, sebbene anche quelli del Pezzotta [6] e del Volpi [7] sieno risultati di un merito non comune, e lo sarebbe non meno quello del Bignami, se improvviso sicamento di colori non le avesse impedito di ultimarne le carni. Il Riva poi che, come già dissi, non potè eseguire il proprio, produsse invece due assai lodevoli ritratti.

La classe del Nudo mi somministrava N. 12. disegni, più o meno, abbastanza lodevoli, ma quello del Bignami risultò di un merito molto superiore agli altri, sia per l’assieme totale, sia per l’intelligenza anatomica delle singole parti, come per la bellezza delle forme, e squisita esecuzione, e quindi ne propongo l’acquisto, onde unirlo al troppo scarso numero delle Accademie del Carnovali [8] che servono di utile scuola negli Elementi. In tal caso, il valore della solita relativa medaglia parmi sarebbe sufficiente compenso, e non escluderei un’onorevole menzione pel Gavazzeni, che quantunque non compiuto il suo lavoro, lo ritengo più prossimo al merito del primo.

N. 6. statue mi vennero presentate dal Roncaglio [9] , Conti [10] , Pesadori [11] [,] Gotti, ed Isacchi. Le due eseguite dal primo parmi sieno degne di maggiore considerazione, a cui tien dietro quella del Conti, per la difficoltà felicemente superata nello scorcio.

Altre N. 6. teste tolte dal Rilievo, mi eseguivano il Gattinoni, il Moscheni, e lo Scaldella, ma quella prodotta dal primo, in cui palesavami quasi improvvisamente un talento non comune, io la credo degna di onorevole menzione; compenso che bramerei compartito al suddetto Scaldella per la copia a matita accuratissima di un mio dipinto, rappresentante: Adamo ed Eva dopo il peccato.

Nella scuola degli Elementi, il Gambirasio mi fece notevoli progressi, e produsse la copia della difficile e stupenda Accademia dal Camuccini [12] con tanta fedeltà da poterla scambiare coll’originale. Parmi non dovrebbe andare dimenticato, tanto più che non ebbe nemmeno intiero il suo primo anno di studio. Anche del suo contemporaneo Magni sono assai soddisfatto per la copia dalla testa del S. Girolamo del Domenichino [13]

Passando ad altre classi superiori, dirò che l’unico sumentovato quadretto del Bignami, rappresentante: Dio che mostra a Mosè la terra promessa venne assai encomiato da parecchi intelligenti, lasciando presagire nell’autore di questo primo saggio un ottima riuscita, ed io mi lusingo che anche la Nobile Commissaria non vorrà negargli un’attestato di soddisfazione, massime che si rinviene in Lui lo stesso disegnatore del sumentovato Nudo proposto.

Nella classe della Composizione poi, se ne distingue una assai grandiosa: Un Baccanale di Roma, secondo le Deche di Tito Livio, che doveva servire pel quadro del Grande Concorso della R.a Accademia di Milano. Non è che appena rapidamente traciata a schizzo, poiché, come rammentai più sopra, il suo autore, Antonio Moro, fù colpito dalla Leva militare, ma non vi si può disconoscere un talento assai pronunciato, sia nello sviluppo dei difficili concetti, sia nella savia distribuzione dei gruppi, come nell’espressione delle singole figure, e nella macchia del chiaroscuro; e siccome questo giovine sentiva assai bene nel colorito, così è pur presumibile, che, quand’anche non avesse raggiunto lo scopo prefisso, la sua opera doveva per lo meno riuscire di un merito assai distinto. Anche per Esso io sarei a chiedere un’onorevole menzione la quale potrebbe giovargli presso i suoi superiori in Sicilia, ove si trova attualmente, a ridondare eziandio in vera carità verso la sua desolata ed indigente famiglia.

Altra piccola Composizione, ma ricca di figure, rappresentante: Un Episodio del Diluvio, eseguita con accuratezza dal sumentovato Galizzi e pur meritevole di molta considerazione, e così pure due abbozzetti del Volpi: S. Domneone che predica nella consacrazione di una chiesa dei primi tempi cristiani; ed un’Innondazione della stessa epoca in Brescia, sono assai ingegnosamente composti nello spazio devoluto, a tanto contrario a si vasti argomenti. (1.)

(1). I due sumentovati abbozzetti, rimasero esposti per circa 20. giorni, ma poscia l’autore, mi chiese permesso di levarli, dovendosene servire pel contratto dell’opera.

Una Deposizione dalla Croce, primo saggio del giovinetto Gavazzeni, non è meno commendevole, e così una Sacra famiglia del Capitani, che non è priva di novità, ed altra del Gatti egualmente suo primo saggio, e finalmente una Cena in Emmaus, ed altro abbozzetto del Monti, del pari esordiente in questa classe.

La Nobile Commissaria, voglia tenermi per iscusato, se in tale occasione, mi estesi forse sovverchiamente, col troppo chiedere, abbusando della di Lei tolleranza, ma possano i suespressi motivi rendermi degno di compatimento.

A chiudere il presente Rapporto sull’andamento, ed i lavori dello scorso anno scolastico, aggiungerò che stante la indisciplina dimostrata più volte dall’allievo, Aristide Ghisalberti di Codogno, a mè particolarmente raccomandato, io mi credetti in dovere di consigliarlo ad esentarsi da sé stesso piutosto che assoggettarlo ad una formale esclusione, per parte della Nobile Commissaria. Per ultimo dirò che al mio allievo, Francesco Gatti, io intenderei di retribuire il tenue dono di £. Italiane 40, pel valido aiuto prestatomi nel riunire tutti i Cartoni che vennero innalzati a decorazione nella Sala delle Statue, ma ove la Nobile Commissaria volesse sollevarmi della metà, o meglio, dell’intero, di questa piccola somma, mi sarebbe infinitamente gradito, molto più che lo stesso Gatti [14] si prestò anche per 3. giorni, quale modello nei suddetti saggi del Colorito.

Ho l’onore di rassegnarmi col più profondo ossequio di codesta Nobile e Insigne Commissaria

Accademia Carrara, li 20. 7.bre 1861.

Umiliss.mo div.mo obbl.mo servo

Enrico Scuri

 


 

[1] Giovanni Battista Riva

[2] Giovanni Gavazzeni

[3] Antonio Moro

[4] Alberto Maironi

[5] Vespasiano Bignami

[6] Pezzotta

[7] Giuliano Volpi

[8] Giovanni Carnovali

[9] Alessandro Giuseppe Roncaglio

[10] Giuseppe Conti

[11] Carlo Pesadori

[12] Vincenzo Camuccini

[13] Domenico Zampieri detto il Domenichino

[14] Francesco Gatti

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