In attesa della riapertura del Museo del Risorgimento

Palazzo Tosio

07/10/2022 - 29/01/2023

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L’Ateneo di Brescia – Palazzo Tosio organizza un ciclo di conferenze in attesa della prossima riapertura  del Museo del Risorgimento di Brescia di Fondazione Brescia Musei.

Gli incontri si terranno in Palazzo Tosio (via Tosio 12 – Brescia) con la possibilità di partecipare anche in remoto.

 

 

Venerdì 7 ottobre 2022, ore 17.30

Carlotta Sorba (Storica della Cultura dell’Ottocento e del Teatro, Università degli Studi di Padova)

Si può dire ancora qualcosa su melodramma e Risorgimento?

La ricerca storica sul Risorgimento ha conosciuto negli ultimi vent’anni trasformazioni molto consistenti che ne hanno modificato profondamente la narrazione e il senso complessivo. Il processo di costruzione del discorso nazional-patriottico nel primo Ottocento e le molteplici esperienze politiche ad esso collegate sono state non solo rilette ma inserite in quella “età delle rivoluzioni” che gli studi recenti ci presentano nella sua dimensione globale. Che fine ha fatto in questo ripensamento complessivo l’opera, che nelle letture più risalenti dell’epopea risorgimentale era stata considerata come una voce specifica e uno strumento della causa patriottica, in particolare attraverso l’icona politica verdiana? Storici e musicologi hanno rivolto al tema uno sguardo critico e più consapevole che ci consente oggi di proporne una nuova lettura.

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Venerdì 21 ottobre 2022, ore 17.30
Otello Sangiorgi (Direttore del Museo Civico del Risorgimento di Bologna)
I Musei del Risorgimento tra didattica, attività educativa, mediazione culturale, orientamento
Negli ultimi 30 anni il rapporto tra i musei e il pubblico scolastico è cambiato profondamente. Diversa è la domanda proveniente dalle scuole, diversa l’aspettativa che la società nutre nei confronti del museo, diverse le metodologie, gli strumenti, gli stessi operatori che erogano il servizio e il loro inquadramento… Questo è ancora più vero per i Musei del Risorgimento, per i quali non è soltanto la relazione Museo-Scuola ad essere messa in discussione, ma il museo stesso, come provano i tanti Musei chiusi a tempo indeterminato o, nella migliore delle ipotesi, trasformati in “musei storici”. Analizzare le vicende di questa evoluzione, prendendo in esame il caso del Museo del Risorgimento di Bologna, può fornire qualche utile spunto di riflessione e di orientamento al riguardo.

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Venerdì 04 novembre 2022, ore 17.30

Michela Valotti (Ricercatore di Storia dell’Arte, docente di educazione al Patrimonio Artistico nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia)

Il Risorgimento dopo il Risorgimento: uno sguardo statuario tra ricorrenze, inciampi e riesumazioni

L’inaugurazione, a Milano, nel 2021, del Monumento a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, modellato dal bresciano Giacomo Bergomi, ha riaperto, per così dire, il dibattito sulla produzione monumentale che tanta parte ebbe proprio a partire dall’Unità nazionale e dalla celebrazione degli “eroi” del Risorgimento, offrendo lo spunto, contestualmente, per un’indagine, pur incompleta e rapsodica, sull’attualità del periodo storico considerato. La ricerca, svolta dal punto di vista privilegiato della storia dell’arte, ha l’ambizione di tenere insieme segno e significato della produzione figurativa pubblica a partire dal dibattito tra realtà e idea, che si consuma a cavallo tra Otto e Novecento, fino alla contemporaneità, connotata da istanze talvolta divergenti, espressione di un filone attraversato da una crisi epocale che ha rimesso in gioco il rapporto tra committente e fruitore, nello spazio urbano.

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Venerdì 18 novembre 2022, ore 17.30

Arianna Arisi Rota (Ordinario di Storia contemporanea, Università degli Studi di Pavia)
Come raccontare oggi il Risorgimento? La proposta di un viaggio politico e sentimentale

Come raccontare oggi il Risorgimento? Come restituire voce a uomini e donne che oltre duecento anni fa scelsero l’impegno politico, rischiando vita, affetti e patrimoni, ma come restituire anche lo sguardo delle autorità e di chi contrastava il cambiamento? La conversa-zione a partire dal volume di Arianna Arisi Rota, Risorgimento. Un viaggio politico e sentimentale (Il Mulino, 2019) ripercorrerà quella che fu un’avventura collettiva giocata nel confronto/scontro tra generazioni, tra con-giunture interne e internazionali, un percorso verso la nazione dall’esito mai scontato. Tenendo conto del pro-fondo rinnovamento storiografico degli ultimi vent’an ni, del lavoro di scavo negli archivi e sulle fonti coeve, anche visive, verranno proposte chiavi di lettura e scelte metodologiche che consentono di recuperare la dimensione politica, sociale ed emotiva del Risorgimento in presa diretta a partire dall’irreversibile trasformazione impressa dagli anni napoleonici.

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Venerdì 25 novembre, ore 17.30

Roberto Balzani (Ordinario di Storia contemporanea e Direttore del Sistema museale dell’Università degli Studi di Bologna)

Memoria e nostalgia del Risorgimento

Intorno alle memorie postume del Risorgimento si è scritto molto, dal 1861 in poi. Ci si è meno occupa-ti, invece, del modo in cui uomini e donne hanno cominciato a sviluppare un proprio ricordo funzionale già durante gli anni cruciali della mobilitazione, della lotta e dell’esilio. Il caso di Giuseppe Mazzini e dei suoi giovani è certamente il più rilevante e complesso: per tenere unito il gruppo della prima Giovine Italia, sbandato dalla repressione, il leader rivoluzionario sviluppa strategie mnemotecniche i cui effetti si riverberano sulla cronologia definitiva del Risorgimento. Accanto alla memoria, poi, altro tema rilevante, anch’esso trasversale ai vari attori coinvolti, è quello della nostalgia: nostalgia verso momenti “alti” dell’impegno, verso una visione romantica dell’Italia e dell’Europa, verso un’idea di “popolo” che sfuma nel tran tran parlamentare, infine verso bellezze naturali nazionali da preservare intatte per le generazioni future. Insomma: dalla memoria funzionale al paesaggio culturale.

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Venerdì 2 dicembre, ore 17.30

Gabriele Pedullà (Ordinario di Letteratura contemporanea comparata nell’Università degli Studi Roma Tre)

La letteratura risorgimentale

Come hanno raccontato il Risorgimento gli scrittori italiani? Per rispondere a questa domanda ci si rivolge di solito a un pugno di romanzi celebri o alle poesie patriottiche di Carducci, Pascoli e
d’Annunzio. Scavando a fondo si scoprono invece decine di testi brevi, quasi sempre ignoti o poco noti, nei quali i massimi narratori del secondo Ottocento e del primo Novecento fanno i conti con la grande epica dell’Italia moderna e con le sue delusioni. A colpire è soprattutto la varietà dei registri adoperati per restituire le passioni, le ansie e i sogni dei giovani di allora: talvolta ci si commuove, secondo le regole del melodramma, ma più spesso ancora si ride o si sorride; i principali eventi militari e civili della stagione appena conclusa sono celebrati in tutta la loro nobiltà, ma non mancano le deliberate stonature, quando i narratori sottolineano, invece, ciò che nel processo di costruzione nazionale non è andato come ci si attendeva.

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Venerdì 16 dicembre, ore 17.30

Daria Lucia Gabusi (Università “Giustino Fortunato” di Benevento, Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia)

Il Risorgimento e la scuola tra ‘800 e ‘900

Articolata e complessa è la relazione tra il Risorgi-mento e la scuola. Due aspetti, in particolare, meritano di essere messi a fuoco. Da una parte, nel corso del Risorgimento, le classi dirigenti individuarono nella scuola elementare e popolare uno dei principali canali di nazionalizzazione delle masse, funzionale alla costruzione dell’identità nazionale. Dall’altra, dopo l’unificazione, l’insegnamento della storia del Risorgimento acquistò uno spazio autonomo nei programmi ministeriali e nei manuali in adozione nella scuola secondaria, diventando più o meno rilevante in relazione ai cambiamenti istituzionali e ai governi in carica. Tra ’800 e ’900, dunque, agli eventi, agli ideali, ai protagonisti delle vicende risorgimentali sono stati assegnati spazi diversificati nella progettazione didattica e nel vissuto scolastico (non solo attraverso l’insegnamento della storia, ma anche grazie a racconti e novelle per bambini e ragazzi), fino ad arrivare alla marginalizzazione attuale: nell’intervento se ne metteranno in luce alcuni passaggi storicamente significativi.

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