Paolo Tosio (Sorbara, 1775 – Brescia, 1842)

Il conte Paolo Tosio nacque a Sorbara, in provincia di Mantova, il 22 marzo 1775. Nel 1801 sposò Paolina dei marchesi Bergonzi di Parma, con la quale fra il 1807 e il 1808 visitò Firenze, Roma e Napoli. Il viaggio gli permise di approfondire i suoi interessi artistici, avendo l’occasione di conoscere molti artisti, fra i quali lo scultore Antonio Canova.

Alla morte del padre, avvenuta nel 1815 divenne erede del cospicuo patrimonio di famiglia. Nel 1810 diede inizio alla costruzione del palazzo che si concluse nel 1846; palazzo Tosio venne ben presto considerato l’esemplare più perfetto in Brescia di architettura, di decorazione scultoreo-pittorica e di arredamento unitario, per la stretta fusione di tutte le componenti tecniche e per l’unità stilistica che lo contraddistingue.

Grazie anche all’intelligenza e al fine gusto della contessa Paolina, considerata tra le dame più colte della città, il palazzo divenne sede di uno dei salotti più rinomati, frequentato dall’élite culturale bresciana fortemente politicizzata, del quale resta una straordinaria testimonianza nel celebre dipinto di Luigi Basiletti Il cenacolo Tosio (oggi di proprietà dell’Ateneo di Brescia).

Nel momento del trapasso dal classicismo al romanticismo,Tosio orientò le sue preferenze, da un lato, verso il mondo classico e verso il Rinascimento e, dall’altro, verso la pittura e la scultura contemporanee, senza neppure rinunciare alla propria passione per le arti applicate. In un solo trentennio riuscì a costituire una galleria di opere antiche e moderne che, per qualità e quantità, poteva competere con quelle nobiliari e di più antica formazione, divenendo ben presto una meta d’obbligo per tutti coloro che transitavano da Brescia. L’incremento della collezione e, in parallelo, il suo allestimento all’interno del palazzo, che andava via via ampliandosi, diventarono le sue principali occupazioni. Nel suo insieme, la raccolta Tosio è un raro esempio – ancora integro – di una collezione lombarda nell’epoca di Restaurazione.

Oltre ai dipinti antichi, tra i quali il Redentore di Raffaello Sanzio, il Presepio di Lorenzo Lotto e l’Annunciazione di Moretto (oggi in Pinacoteca Tosio Martinengo), le raccolta comprendeva le opere moderne di alcuni importanti esponenti della stagione neoclassica (Andrea Appiani e Gaspare Landi), come pure dei protagonisti della scena milanese contemporanea (Francesco Hayez, Pelagio Palagi, Massimo D’Azeglio, Giovanni Migliara, Giuseppe Canella, gli scultori Pompeo Marchesi e Democrito Gandolfi), insieme ad altre di provenienza romana (Francesco Podesti, François Marius Granet, gli scultori Antonio Canova e Berthel Thorvaldsen), fiorentina (Giuseppe Bezzuoli, lo scultore Lorenzo Bartolini) e veneziana (Giuseppe Borsato, Felice Schiavoni).

Con la morte di Paolo Tosio, l’11 gennaio 1842, le collezioni d’arte vennero donate al Comune di Brescia per allestire una Civica Galleria; nel 1843 la Commissione comunale per la scelta degli oggetti d’arte e dei libri, formata da Luigi Basiletti, Antonio Pitozzi e Giuseppe Teosa, aveva compiuto il suo lavoro; ma nel 1846 la vedova Paolina Bergonzi Tosio lasciava altre opere e il palazzo al Comune perché le raccolte del marito rimanessero nella loro sede naturale. La Civica Galleria Tosio venne aperta nel 1851, rimanendovi fino al 1906.