Luigi Tadini nasce a Verona il 26 novembre 1745; nel 1773 sposa la nobildonna veronese Libera Moronati, l’anno successivo nasce Faustino Gherardo.
La famiglia si si sposta tra Crema, Verona, Milano e trascorre la villeggiatura nel palazzo di Lovere.
Nell’ultimo decennio del Settecento Luigi Tadini percorre l’Italia, ricalcando le tappe del Grand Tour, accompagnato dalla moglie e dal figlio. A Roma i Tadini incontrano Antonio Canova, al quale Faustino dedica Le pitture e le sculture di Antonio Canova pubblicate fino a quest’anno 1795, 1796. L’amicizia tra lo scultore e la famiglia è testimoniata dal dono del bozzetto della Religione e, dopo il 1819, dall’esecuzione della Stele Tadini. Il soggiorno a Napoli è l’occasione per approfondire le curiosità dei due viaggiatori, che formano una piccola raccolta di oggetti archeologici, e si appassionano alle moderne manifatture di porcellana.
Nel 1799 la morte di Faustino, travolto nel crollo di un’ala del palazzo a Lovere, segna una svolta drammatica nella vita familiare. Il conte trova sollievo nell’impegno politico, nell’attività letteraria (pubblica il Ricciardetto ammogliato, 1803 e i Salmi, inni e cantici cristiani, 1817 e 1818 musicati da Giacomo Gazzaniga e Stefano Pavesi) e nella raccolta di opere d’arte. Una fitta corrispondenza con intellettuali, uomini politici e mercanti d’arte e la sua biblioteca privata danno conto della varietà dei suoi interessi.
A Crema Tadini raccoglie dipinti provenienti da chiese e monasteri soppressi con l’intento di fondare un museo civico. La raccolta cresce ancora tra il 1808 ed il 1813 con gli acquisti fatti nelle botteghe di mercanti e rigattieri tra Verona e Venezia e agli scambi con altri collezionisti, dal pavese Luigi Malaspina al cremonese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone.
Nell’estate 1818 Luigi Tadini scrive a Canova chiedendogli una “testa ideale” per la sua collezione: lo scultore decide invece di celebrare la memoria di Faustino Tadini. Nasce così il progetto della Stele che sarà inaugurata nell’autunno 1821.
Nel 1819, una discussione con la comunità cremasca spinge Tadini a tornare a Lovere. In questa decisione pesa forse anche la volontà di sollevare la contessa dallo stato di prostrazione nel quale era caduta alla morte del figlio.
Tra il 1819 e il 1821 il conte fa costruire nel giardino del palazzo una cappella per accogliere la Stele canoviana e le tombe di famiglia. Tra il 1821 e il 1826 è completato il palazzo destinato ad ospitare la collezione d’arte, e nel 1828 Luigi Tadini apre il museo al pubblico. L’ultimo decennio di vita è caratterizzato dall’impegno nei confronti della comunità di Lovere, volto ad ottenere privilegio amministrativi e vantaggi economici.
Luigi Tadini muore a Lovere il 12 maggio 1829. Con il suo testamento fonda l’Istituto di belle arti Tadini, dando disposizioni per il funzionamento della Galleria e delle annesse scuole di musica e di disegno.